Compliance e Prevenzione della Corruzione nei settori Pubblico e Privato
Di che cosa si tratta?
Di un sistema organico di prevenzione della corruzione, il cui aspetto caratterizzante consiste nell’articolazione del processo di formulazione e attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione su due livelli: nazionale e decentrato/territoriale.
Di un concetto di corruzione inteso in senso lato, come comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Le situazioni rilevanti sono quindi evidentemente più ampie della fattispecie penalistica e sono tali da comprendere anche le situazioni in cui – a prescindere dalla rilevanza penale – venga in evidenza un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite.
Qual’è la normativa di riferimento?
La Legge 6 novembre 2012, n. 190, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 265 del 13 novembre 2012 ed in vigore dal 28 novembre 2012, con cui sono state approvate le “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, ossia una serie di adempimenti e misure preventive della corruzione tra le quali: la normativa in materia di trasparenza amministrativa, che nel D.lgs. n. 33/2013 [oggetto di revisione il 23 giugno 2016 con il D.lgs. n. 97/2016] trova il suo nucleo fondamentale, il D.lgs. n. 39/2013 in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, il DPR n. 62/2013 contenente il codice di comportamento generale dei dipendenti pubblici, al fine di rafforzare la strategia di prevenzione dell’illegalità rafforzando la responsabilità dei dipendenti pubblici.
Ulteriori strumenti legislativi di riferimento sono le Circolari del Dipartimento della Funzione Pubblica e gli atti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione – A.N.A.C., Linee Guida e delibere, nonché i Piani Nazionali Anticorruzione [delibera n. 72/2013 dell’11 settembre 2013 – aggiornato con determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015, riformulato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 e di recente aggiornato nuovamente con delibera 1208 del 22 novembre 2017]. A ciò si aggiunga la normativa di cui al D.lgs. n. 231/2001 di cui alla compliance aziendale strettamente connessa all’impianto legislativo in materia di prevenzione della corruzione.
A chi si applica?
A tre macro categorie di soggetti:
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Pubbliche amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D.lgs. n. 165/2001, comprese le autorità portuali, nonché le autorità amministrative indipendenti di garanzia, vigilanza e regolazione
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Enti pubblici economici – ordini professionali – società in controllo pubblico – associazioni, fondazioni, enti di diritto privato comunque denominati, anche privi di personalità giuridica, con bilancio superiore a cinquecentomila euro, la cui attività sia finanziata in modo maggioritario per almeno due esercizi finanziari consecutivi nell’ultimo triennio da pubbliche amministrazioni e in cui la totalità dei titolari o dei componenti dell’organo d’amministrazione o di indirizzo sia designata da pubbliche amministrazioni
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Società in partecipazione pubblica – associazioni, fondazioni, enti di diritto privato, anche privi di personalità giuridica, con bilancio superiore a cinquecentomila euro, che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici.